Cosa sono gli Affitti Brevi
Iniziamo con il dare una definizione di affitti brevi: si tratta di una formula di affitto avente come peculiarità principale la sua durata, che non deve superare i trenta giorni oltre i quali diventa affitto transitorio.
Solitamente vengono stipulati per periodi di vacanza tanto da assumere la definizione anche “ad uso turistico”.
Abbiamo già affrontato la tematica dei pro ed i contro sull’utilizzo del proprio immobile per locazioni turistiche o casa vacanze con la formula degli affitti brevi, Puoi leggere l’articolo cliccando qui
Tale tipologia di locazione può essere attuata sia da persone fisiche sia da intermediari immobiliari pertanto per dare in locazione breve una casa dietro corrispettivo di un canone non è necessario aprire una partita Iva. Si tratta di un contratto che non richiede la registrazione all’Agenzia Delle Entrate, se non si superano i trenta giorni ed è prevista una cedolare secca del 21% a titolo di imposta sul reddito che produce la locazione; la norma prevede che tale imposta possa applicarsi fino ad un massimo di quattro abitazioni in affitto; superato tale limite il locatore dovrà necessariamente versare l’Irpef e le addizionali comunali e regionali oltre che, in caso di registrazione del contratto, anche l’imposta di bollo e di registro.
Cosa disciplina il nuovo provvedimento
A seguito di provvedimento dell’Agenzia Delle Entrate n. 86984 del 17 marzo 2022, vengono enunciati i nuovi obblighi per gli affitti brevi con i quali si dispone che dal 2023, si dovranno comunicare obbligatoriamente alcune informazioni importanti.
In merito ai nuovi adempimenti del locatore è stabilito che egli deve comunicare all’Agenzia Delle Entrate sia l’anno di locazione sia i dati catastali dell’immobile dato in affitto utilizzando i servizi telematici messi a disposizione dall’Ente (Agenzia Delle Entrate); tali obblighi non coinvolgono solo il proprietario dell’immobile, ma anche i gestori dei portali telematici. Sostanzialmente, con tale nuovo provvedimento gli adempimenti burocratici si prolungheranno e si dovranno comunicare più informazioni al Fisco.
Documentazione da comunicare al Fisco
Andiamo ad elencare, quali altri dati dovranno essere comunicati all’Ente e a cura di quali soggetti:
– sono obbligati sia i residenti sia i non residenti in Italia;
– coloro che operano come sostituti d’imposta dovranno adempiere all’obbligo tramite la Certificazione Unica, gli altri invece, dovranno inviare l’apposita comunicazione in via telematica all’Agenzia delle entrate, entro il 30 giugno dell’anno successivo a quello in cui viene stipulato il contratto di affitto;
– Nome, cognome e codice fiscale del locatore;
– La durata del contratto d’affitto;
– L’indirizzo di ubicazione dell’immobile in affitto;
– Il canone di affitto lordo;
– Per contratti riguardanti lo stesso immobile e stipulati dallo stesso locatore, la comunicazione dei dati può compiersi anche in forma aggregata.
L’obbligo di comunicazione si applicherà dal 2023 e dovrà trasmettersi mediante l’utilizzo dei canali telematici dell’Agenzia Delle Entrate che, successivamente, saranno pubblicate sul portale.
Adempimenti fiscali e modalità di versamento
In merito agli adempimenti fiscali che riguardano gli intermediari immobiliari o i gestori dei portali telematici, ovvero di coloro che operano in qualità di sostituti di imposta e che incassano corrispettivi derivanti da canoni di locazioni brevi, per conto di proprietari di immobili ad uso abitativo, applicano la ritenuta del 21% sul totale degli affitti ricevuti.
La ritenuta deve essere versata, obbligatoriamente, tramite il Modello di Pagamento Unico F24, utilizzando il codice tributo “1919” e trasmesso in modalità telematica oppure è possibile presentarlo presso banche o poste.